Domande frequenti
Abbiamo raccolto le risposte alle domande più comuni che voi clienti ci fate.
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Per il restauro dei mobili vecchi bisogna pulire la sporcizia e asportare gli eventuali strati di vernice secondaria per preservare la superficie originale e mantenere la vecchia patina indenne. Per la procedura bisogna utilizzare le stesse colle e i materiali per la lavorazione della superficie impiegati nel periodo quando fu prodotto il mobile. È necessario considerare il principio di reversibilità, i metodi e i materiali utilizzati. Gli interventi servono a preservare – conservare e non a modificare l’oggetto.
Con la levigatura si provocano danni irreparabili, si distrugge la patina antica, si compromette perennemente l’aspetto esterno dei mobili impiallacciati. Levigando uno strato sottile della superficie di mobili in legno massiccio si portano alla luce le gallerie scavate dagli insetti. Con ogni levigatura si perde per sempre una parte dell’originale.
Gli elementi dei mobili antichi sono generalmente attaccati con colle animali. Per il restauro usiamo esclusivamente le stesse colle usate una volta, in quanto sono tuttora le più adatte per questa attività, nonostante la vasta offerta di colle nuove. Conosciamo diversi tipi di colla. Tra le più usate sono la colla di coniglio e di pesce che sono ritenute le migliori. La colla si cuoce in doppio contenitore a bagnomaria.
La cera shellac viene prodotta con la secrezione resinosa di insetti che si nutrono di succo di foglie e rami di alcuni alberi dell’India orientale. Sul mercato è reperibile a forma di foglietti. Per la diluizione dei foglietti di shellac viene utilizzato il 96% di alcool denaturato. La cera di shellac va applicata sulla superficie del legno con un fagottino di lana ricoperta con un panno di cotone o lino. Per la politura viene usato anche un galleggiante per la riempitura dei pori e l’olio lucidante. La cera di shellac protegge il legno e accentua la bellezza del legno. Il metodo esige molta pratica. Nei nostri paraggi la cera shellac veniva usata nelle officine di falegnameria fino agli anni 50 e 60 del XX secolo.
I forellini sulla superficie del legno ci comunicano la presenza dei parassiti del legno, il che non significa, comunque, che l’insetto – il tarlo – sia ancora presente. La presenza del tarlo del legno viene segnalata dai mucchietti di polvere che appaiono in superficie o sotto i mobili, è possibile anche sentirlo mentre rosicchia il legno. I forellini contengono la polvere che si riversa spostando i mobili, ma ciò non è ancora un segno sicuro della presenza del tarlo.
Quando il tarlo del legno è presente solo localmente, si può effettuare le disinfestazione iniettando l’insetticida attorno al punto infestato. Quando è necessario proteggere l’intero oggetto è consigliabile spalmarvi la protezione, avvolgerlo nell’apposito foglio e lasciarlo così per un mese.
Prima di riportare il mobile nell’abitazione bisogna arieggiarlo per bene. Durante il lavoro con gli insetticidi bisogna tutelare la salute e limitare il loro impiego, vanno usati solo dove necessario.
Non serve stuccare i forellini dei tarli. Perché farlo e nascondere i forellini degli insetti, se anche i falegnami che producono copie di mobili antichi ricreano i forellini sui mobili nuovi per farli sembrare più vecchi?
I vecchi mobili venivano prodotti in un periodo quando il riscaldamento degli ambienti era diverso da quello odierno. Bisogna fare attenzione, perciò, a non collocare i mobili antichi in un ambiente troppo asciutto che non dissecchi il legno. La superficie va pulita delicatamente con un morbido panno inumidito. Per la manutenzione dei mobili antichi sconsigliamo l’utilizzo dei coprenti moderni e di spray. Se la superficie è logora o danneggiata è meglio rinnovarla con gli stessi materiali usati per la produzione dei mobili.
Tecnicamente è possibile restaurare anche oggetti molto danneggiati. Siccome i costi del restauro dipendono nella maggior parte dal grado di conservazione dell’oggetto, può capitare che le spese del restauro superino il valore dell’oggetto. Ciò può accadere con i mobili vecchi dal valore esiguo. Da un punto di vista razionale non converrebbe restaurare i mobili vecchi, in quanto possiamo trovare sul mercato un pezzo simile ad un prezzo molto inferiore. Quando l’oggetto danneggiato ha un valore più profondo per il proprietario e rappresenta un ricordo di una persona o evento, ciò solitamente significa che il restauro di mobili antichi ha un senso a prescindere dal gradi di conservazione e dalle spese.
Sulle spese del restauro influiscono diversi fattori, tra i quali spicca la conservazione – lo stato della superficie e della struttura. Una determinata parte del prezzo dell’intervento di restauro è rappresentata anche dall’intelaiatura.
Per riconoscere gli originali è essenziale conoscere lo sviluppo della mobilia attraverso i periodi storici e la tecnologia di lavorazione. Un indice molto utile è lo spessore dell’impiallacciatura che dai 5 mm del periodo barocco si è ridotto gradualmente a 0,5 mm. Se qualcuno cerca di vendervi un mobile in stile barocco con un’impiallacciatura sottile, potete essere certi che si tratta di un mobile di fabbricazione più recente. Le imitazioni vengono solitamente prodotte per gli oggetti di maggior valore. Per questo motivo quando bisogna decidere un acquisto costoso è raccomandabile chiedere il parere ad un esperto.